I Premi Hugo 2002 by Administrator

I Premi Hugo 2002 by Administrator

autore:Administrator [Administrator]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-01-27T16:00:00+00:00


CAPITOLO NONO

Si svegliò di soprassalto, nella fitta oscurità, conscio che qualcuno era nella stanza.

"Zitto! " la voce femminile gli bisbigliò all'orecchio. "Questa è una pistola."

La cosa paralizzante era che egli non coglieva neppure un guizzo del pensiero di lei. La sua mente balzò alla precedente speculazione in materia, e poi a una semplice conclusione: Non poteva leggere nella mente delle donne!

"Uh! " esordì senza capire, "che cosa..."

Sentì la pressione di un metallo alla testa e il suo pensiero subì una pausa terribile. La donna parlò di nuovo:

"Prendi la tua roba — non stare a vestirti ~ e cammina lentamente verso l'armadio a muro. Dentro c'è un pannello aperto da cui parte una scala che va in basso. Scendila!"

Craig, sconvolto da una acuta sofferenza mentale, cercò al buio i suoi abiti. E pensava: Come ha potuto fuggire dalla sua stanza?

"Peccato," sussurrò con voce rauca, "che gli altri non ti abbiano uccisa invece di stare a discutere..."

Non proseguì perché la pistola lo pungolava sul dorso, spronandolo a affrettarsi.

"Zitto! " fu la perentoria risposta. "La verità, Lesley, è che devi sapere certi fatti che ti riguardano prima che la polizia ti accerchi, cosa che avverrà prestissimo. Perciò, svelto!"

"Come mi hai chiamato?"

"Muoviti!"

Craig camminava lentamente, ma la sua mente era come un pugno serrato, dentro il quale stava la spaventosa realtà del presente. La donna lo conosceva. La donna che avevano sorpreso nella sua stanza, quella tale... come aveva detto di chiamarsi? Anrella Craig conosceva la sua vera identità.

Egli aveva avuto la vaga idea di voltarsi bruscamente nel buio e afferrare la pistola. Ma le parole di lei glielo avevano impedito.

L'apertura nel pannello era così stretta che fece fatica a passare. La scala era a chiocciola e scendeva ripida. Dopo i primi giri completi, cominciò una serie di lampadine. La loro luce nebulosa rendeva il passaggio più vivo, più reale. E fu allora che questa realtà gli colpi il cervello. C'era una vecchia fattoria dove si erano rifugiati diciassette condannati a morte, e ora saltava fuori che essa era fornita di passaggi segreti. Non poteva essere una circostanza casuale.

Afferrare la donna alle gambe, decise.

"Lesley! " La sua voce gli giunse come un sospiro alle spalle. "Giuro che questo non aggiungerà nulla al pericolo che tutti correte. Se consideri che è stata la nostra organizzazione a mettere le auto e gli aerei a tua disposizione, quando sei evaso dalla prigione, tu..."

"Cosa? " Si fermò; protestò. "Senti, auto e aerei ci sono stati mandati dall'amico di..."

"Un uomo solo che fornisce quattro auto e due aerei! Non essere sciocco."

"Ma..."

Craig s'interruppe, affascinato dalla logica di lei, poi: "Continui a chiamarmi Lesley. Lesley... e poi?"

"Lesley Craig."

"Ma il tuo nome è Anrella Craig."

"Esatto. Tu sei mio marito. Su, scendi i gradini."

"Se sei mia moglie," ribatté Craig, "dimostramelo dandomi la pistola e fidandoti di me. Dammela."

L'arma sporse così rapidamente sopra la sua spalla che Craig batté le palpebre guardandola, poi allungò una mano incerta, quasi temendo di vederla ritirare.

Ma non fu così. Le sue dita si racchiusero attorno alla pistola, quelle di lei lasciarono la presa.



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